I E R I  e  O G G I

Notizie di ieri, che hanno segnato una tappa significativa nella storia della scienza, della tecnologia e dell’ambiente, a confronto con gli sviluppi di oggi

 

COSMOLOGIE CONTROCORRENTE

Una rievocazione dell'astrofisico americano Halton Arp mancato di recente

    
Un primo piano dell'astrofisico e cosmologo Halton Arp (New York 21 marzo 1927 - Monaco di Baviera 28 dicembre 2013) e la copertina del suo libro "Quasar, Redshifts and Controversies" (Interstellar Media, 1987), in cui l'autore metteva in evidenza le discordanze fra i redshift di oggetti apparentemente interconnessi. 

IERI

QUANDO HALTON ARP MOSTRO' L'ABBRACCIO IMPOSSIBILE FRA LE GALASSIE GIOVANI E I QUASAR PRIMORDIALI

 
Corriere della Sera9 gennaio 1994, p.32
I Quasar non sono lontani

di Franco Foresta Martin 

 

DAL NOSTRO INVIATO, VENEZIA - Halton Arp, settantenne astrofisico americano, celebre per il suo spiccato anticonformismo, esordisce con una storiella ambientata nell'età della pietra. «Ci sono due uomini delle caverne, uno teorico e l'altro osservativo. Vanno insieme a caccia di cibo. L' osservativo dice al teorico: Dietro a quella siepe vedo qualcosa con delle strisce chiare e scure, mi sembra una tigre, meglio cambiare strada. Il teorico risponde: In questa regione non sono segnalate tigri, andiamo avanti. L' osservativo non si fida e torna indietro. Il teorico va avanti e viene sbranato dalla tigre».

L' affollato uditorio della conferenza internazionale dedicata alla "Bellezza dell'Universo" (la sesta nell'ambito degli incontri cosmologici organizzati dall'Istituto Gramsci Veneto) ride e quasi si aspetta di sentire il leit motiv che, da alcuni anni, va ripetendo alle platee scientifiche di tutto il mondo l'ostinato Arp: «Astronomi, state attenti, quello che si vede va interpretato senza pregiudizi. Lo studio delle configurazioni che si osservano nel cielo e' di enorme importanza per l'astronomia e la cosmologia. Io posso confermare che, sempre più frequentemente, vengono osservate associazioni fisiche, veri e propri ponti, che collegano oggetti ritenuti molto distanti come i quasar, a galassie ritenute molto più' vicine. C'e' chi fa finta di non vederli. Ma questo non giova alla scienza». E' polemico Halton Arp e non risparmia critiche a quello che lui ritiene un establishment scientifico arroccato su posizioni preconcette, che declassa a livello di miraggi i dati contraddittori rispetto alla teoria standard del Big Bang.

Sul grande schermo del Centro culturale Zitelle, all'isola della Giudecca, che ospita la conferenza, Arp proietta quelle che indica come le prove inoppugnabili della sua ipotesi. Sono fotografie di vicine galassie a spirale o ellittiche, che sembrano andare a braccetto con uno, due o addirittura tre quasar, cioè con quelli che la cosmologia ortodossa considera fra gli oggetti più distanti (e quindi più antichi) dell'Universo, situati a una decina e forse anche più miliardi di anni luce da noi. «Altro che lenti gravitazionali e sovrapposizioni casuali -obietta Arp-. I dati raccolti da satelliti artificiali e le analisi effettuate al computer stanno portando nuove conferme all'esistenza di legami fisici fra questi oggetti. Le probabilità che si tratti di false prospettive sono una su milioni. Certo, se uno guarda soltanto ai redshift è portato a ignorare l'anomalia. Le galassie, infatti, presentano un redshift una dozzina di volte inferiore rispetto a quello dei quasar associati».

«Ma il redshift -insinua Arp- rappresenta sempre una misura della velocità di recessione e quindi della distanza di un oggetto celeste? O può esprimere qualche altro fenomeno?». L'interrogativo scuote uno dei cardini su cui si basa la teoria del Big Bang, che descrive l'Universo in espansione a partire da un' esplosione iniziale di energia. Da quando l'astronomo Hubble, alla fine degli anni '20, scopri' che le linee spettrali delle galassie presentano redshift (ossia spostamenti verso il rosso per effetto Doppler) proporzionali alla loro distanza, il redshift stesso e' diventato uno degli indicatori fondamentali per la determinazione delle misure dell' Universo visibile. «Ma lo stesso Hubble -ricorda Arp- affermo' che vi potevano essere altre cause che possono fare slittare i fotoni di luce verso il rosso. Oggi molti astronomi ignorano queste possibilità»".

Allo scopo di spiegare l' incredibile abbraccio fra galassie e quasar, Arp invoca la fisica di Dirac e rispolvera la teoria della creazione continua di materia esposta da Bondi, Gold e Hoyle negli anni ' 40. «I quasar non sono per niente oggetti primitivi e lontanissimi. All' opposto sono fatti di materia giovanissima che emerge dai nuclei attivi delle galassie a cui appaiono associati. Il loro elevato redshift non e' attribuibile alla grande velocita' di fuga, bensi' alla natura fisica degli elettroni che costituiscono la materia in formazione. Essi hanno una massa inferiore rispetto a quelli della materia più vecchia: i fotoni che emettono risultano pertanto più deboli e spostati verso il rosso».

L' attacco che Harp, e una sparuta schiera di suo seguaci in tutto il mondo, stanno portando al paradigma cosmologico dominante e' dunque radicale: muove da un particolare nel tentativo di minare alle basi il Big Bang e riportare in auge la teoria della creazione continua.

Franco Foresta Martin

 

 

OGGI

ADDIO AL NEMICO DEL BIG BANG EMARGINATO DA M. PALOMAR E ANDATO IN "ESILIO" AL MAX PANCK INSTITUTE DI MONACO

 

(F.F.M.) Alla fine del 2013, il 28 dicembre, è mancato all'età di 86 anni Halton Arp, un astronomo americano noto negli ambienti della ricerca cosmologica per essere stato un irriducibile oppositore della teoria del Big Bang. Tranne qualche necrologio scritto da divulgatori scientifici, come quello di Dennis Overby sul New York Times, la notizia della sua scomparsa non ha avuto risalto sui media generalisti. Solo alcuni giorni dopo la sua morte, grazie alle testate specializzate in astronomia, è stata ricordata la figura controversa di questo ricercatore di riconosciuto valore ma controcorrente, al punto da essere emarginato da quello che era considerato il tempio dell'astronomia americana del secolo scorso: l'Osservatorio di Mount Palomar, dove Arp aveva lavorato per quasi trent'anni a partire dal 1957.

Fu proprio a Mount Palomar, nel corso degli anni '60, che Arp cominciò a interessarsi di peculiar galaxies, cioè di galassie relativamente giovani e vicine che sembrano fisicamente connesse ad oggetti come i quasar, considerati fra i più antichi e distanti dell'Universo. Queste discordanze, secondo Arp, minano irrimediabilmente la teoria dell'espansione dell'Universo, che si basa sulle misure del redshift, cioè dello spostamento verso il rosso (verso le frequenze più basse), degli oggetti in rapido allontanamento.

I sostenitori del Big Bang hanno rigettato queste obiezioni, attribuendo ad apparenze prospettiche i presunti legami fisici evidenziati da Arp. Ma l'ostinazione e l'impegno di quest'ultimo nel raccogliere prove a favore delle sue idee lo hanno portato ad essere escluso, verso l'inizio degli anni '80, dai tempi di assegnazione degli strumenti di ricerca. Così Arp si è auto-esiliato in Germania, a Monaco di Baviera, presso il Max Planck Institute for Astrophysics, dove ha continuato a condurre le sue ricerche basandosi sull'analisi delle immagini raccolte dai telescopi spaziali, fino quasi alla morte.

Io ho avuto l'opportunità di conoscere e intervistare Halton Arp nel gennaio del 1994 a Venezia, nel corso di un convegno di cosmologia organizzato dall'Istituto Gramsci Veneto, e di apprezzare il confronto, frizzante ma garbato, che si sviluppò fra i tanti seguaci del Big Bang, che com'è noto è il paradigma cosmologico largamente condiviso, e l'eretico astronomo americano che difendeva la vecchia teoria della “creazione continuadella materia, alla quale lui attribuiva la genesi dei quasar. Mi sembra giusto rendergli omaggio e dargli ancora una volta la parola, con sentimenti di perplessità ma di rispetto, riproponendo (nella colonna qui a sinistra) quell'intervista pubblicata sul Corriere della Sera del 9 gennaio 1994. 

 

PER APPROFONDIRE:

Dennis Overbye, Halton C. Arp, Astronomer Who Challenged Big Bang Theory, Dies at 86, The New York Times, Jan 6 2014

Kelly Beatty, Cosmologist Halton Arp, Sky and Telescope, 9 gennaio 2014.

Claudio Elidoro, Halton Arp (1927 - 2013), Scienza in rete, 16 gennaio 2014